Il sangue della memoria (10 capitoli)

Scritta e composta da Misteria

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Misteria
     
    .

    User deleted


    Genere: Yaoi
    Protagonisti: Jaejung e Yunho
    TITOLO: Il sangue della memoria
    CAPITOLO I - Dimenticare (1/10)
    In cucina...Ancora una volta, Jaejung aveva preso fra le sue mani il proprio cutter, dal morbido manico rosso, e con la sua lama affilata aveva tagliato la pelle del suo polso.
    Sul suo braccio si potevano vedere ancora le cicatrici dei tagli precedenti, non profondi, ma lievi da provocare solo il dolore di un istante, come quando noi ci tagliamo con un semplice foglio di carta.
    Il sangue scendeva lentamente con una linea uniforme che dalla mano si divideva in due rami. Le goccie cadevano dalla punta del dito medio e da quella del pollice, tuttavia Jaejung se ne restava fermo e indifferente con lo sguardo fisso sulla sua ferita.
    Sentiva dolore, sentiva quel liquido rosso uscirgli dalla pelle come succhiata da una bocca, che con le sue labbra era intenta a berglielo, provocandogli una sensazione di piacere.
    Ogni goccia cadeva sul pavimento e con un piccolo tonfo si univa a quella caduta in precedenza, finendo così col formare una piccola macchia scura.
    Con un sorriso Jaejung si portò il polso alla bocca cominciando a leccarsi, scendendo poi sulla mano e infine gustandosi le dita.
    - L'ho fatto di nuovo....mpf....sono proprio un tipo fuori di testa -
    Camminando verso il tavolo da pranzo prese un tovagliolo e bagnatolo con dell'acqua fredda lo appoggiò sulla ferita. Un gemito uscì dalla sua bocca, portò il capo all'indietro e chiudendo gli occhi rimase ad assaporare quella sensazione, breve ma dolcemente dolorosa.
    - Che strana sensazione....Sento il freddo contatto dell'acqua mischiarsi al sangue e al dolore inferto dal taglio...potrei definirla persino....piacevole -
    Non era la prima volta in cui Jaejung portava a termine un simile gesto e ormai per lui era diventata una cosa normale, tuttavia era consapevole del fatto che questo suo comportamento non doveva essere mostrato agli sguardi delle altre persone, incapaci di capirne la ragione. Le ferite che di fatti lui stesso si procurava, non facevano parte di un suo gioco perverso, ma erano come una sorte di antidoto contro il veleno dei suoi ricordi che lentamente, lo stavano portando alla pazzia da diversi anni.
    La sua stabilità mentale non era ancora crollata, ma le sue difese ormai erano quasi al limite. I suoi pensieri erano stati sempre contro la vita, un fardello troppo grande per lui da sopportare, ma nonostante questo, alle sue azioni di autolesionismo era sempre seguito un sentimento di attaccamento per quell'esistenza ormai vuota e senza senso.
    Piegandosi a terra Jaejung portò quel tovagliolo bagnato sulle piastrelle bianche che ricoprivano come un mosaico la superfice della cucina, e con gesto calmo e sereno, cominciò a pulirlo dal suo stesso sangue.
    - La prossima volta...farò meglio a farlo in bagno -
    A poco a poco la rossa macchia scura scomparve e dopo aver buttato via quel tovagliolo di carta ed essersi lavato con cura le mani, Jaejung ritornò a dormire nel suo letto, ancora caldo e intriso del suo stesso calore corporeo, come se nulla fosse successo.
    Una notte tranquilla trascorsa in un buio totale senza sogni o incubi.
    Come un eterno cerchio di vita, il sole si sostituì alla luna, le stelle scomparvero non più toccate dal suo pallido riflesso , e aprendo gli occhi, Jaejung soffrì vedendo che un'altra notte era finita e che essa era morta senza averlo portato con sè.
    Sedendosi a gambe incrociate sul letto e stingendo tra le mani il suo candido lenzuolo, Jaejung emettè una piccola risata, come per prendere in giro se stesso, rifiutato persino dalle braccia dell'oscura signora.
    - Farò meglio a sbrigarmi....o arriverò tardi alle lezioni -
    Non ripensando nemmeno per un istante alla notte precedente, il giovane studente si diresse verso la cucina barcollando, ancora un pò assonnato, mentre aggirava il tavolo e dopo aver preso una tazza, la pose vicino alla macchina del caffè. Vedere il latte diventare un tuttuno col caffè, per dare così origine a un dolce e intenso profumo, deliziavano non solo il suo palato ma anche il suo senso olfattivo.
    - mmm...non sò proprio come potrei vivere senza....è così buono ahaha -
    Una buona colazione....Jaejung in quel momento si sentiva tranquillo, mentre lentamente assaporava quel caffelatte così caldo ma anche così dolcemente zuccherato. Posata la tazza di nuovo sul tavolo entrò nel bagno, togliendosi i vestiti, e dopo aver regolato la temperatura dell'acqua, vi entrò.
    Sentire l'acqua iniziare a scendre dai suoi capelli, fino a toccare la sua pelle asciutta, provocava a Jaejung una sensazione di brivido lungo tutta la schiena e sorridendo cominciò, con le mani piene di schiuma, ad accarezzare il proprio corpo.
    - Il mio corpo....per colpa mia...ogni volta deve sopportare il freddo contatto di una lama -
    Lacqua infatti portando via quel biancore, formato dall'unione delle bolle di sapone, rivelava quelle ferite, una dopo l'altra sul suo petto e sui polsi...
    Le cicatrici che non sarebbe mai andate via, nemmeno col passare del tempo, erano state tutte inferte da una lama affilata, e tutte per lo stesso motivo...dimenticare.
    Il vapore, aveva appannato tutto lo specchio, l'immagine riflessa così, non poteva essere vista e nemmeno riconosciuta dal suo sguardo che indifferente varcò la porta dirigendo verso la propri camera da letto. L'uniforme appesa a una gruccia, che pendeva dalla maniglia della porta, venne solleva dalla sua mano che con delicatezza l'appoggiò sul letto per timore di sgualcirla. Nonostante il suo comportamente, Jaejung dinanzi alle altre persone si mostrava sempre ordinato nell'aspetto, negando la vista di quelle cicatrici grazie ai vestiti che ogni giorno indossava, mentre per i tagli sul polso usava una fascia di colore nero, così da abbinarla al bianco della camicia. I suoi capelli, sembravano seta, e quando il vento li sfiorava, sembravano danzare per poi alla fine, tornare nella loro posizione originaria.
    Varcare quella porta, e camminare tra le persone, erano per Jaejung momenti di profondo distacco dalla realtà che viveva, non la sentiva sua, e vedere per le strade i sorrisi della gente, non faceva altro che alimentare il suo odio per quella sua vita, al contrario, vuota e senza amore.
    Per allontanare dalla sua mente i ricordi del suo passato, che mai avrebbe raccontato ad anima viva, non aveva mai pensato di concentrarsi sugli studi, infatti a scuola era uno studente normalissimo con una sufficiente media scolastica, al contrario aveva creduto che facendosi del male, il dolore provocato da quelle nuova ferite avrebbe sostituito quello delle sue memorie.
    La scuola in lontananza, si avvicinava a ogni passo e Jaejung non potè far altro se non distogliere lo sguardo da quello stabilimento, per lui più simile a una prigione, dalle scure finestre e con un grande cancello che, al suono della seconda campana si sarebbe chiuso alle sue spalle.
    - Penso proprio che sarebbe meglio....se io mollassi gli studi e iniziassi a lavorare...ormai questo posto comincia ad essere davvero soffocante -
    Con questo pensiero Jaejung entrò in quell'edificio e percorrendo i corridoi, affollati di persone intente a chiaccerare, giunse dinanzi alla sua classe. Posando la sua mano destra, spinse la maniglia verso il basso, ed entrando con sguardo fisso e senza proferir parola ai suoi compagni, si sedette al suo banco.
    Prima dell'inizio della lezione mancavano ancora pochi minuti, ma Jaejung era già stanco di essere lì.
    L'atmosfera particolarmente serena che dagli sguardi sembravano ferire Jaejung, lo stava soffocando sempre più.
    - Nessun professore mi ha visto entrare ne sono sicuro e visto che a nessuno credo importi che io sia qui o meno....-
    Di scatto Jaejung si alzò e fissando la sua cartella, appoggiata vicino alle gambe della sedia, la prese e portandosela alla spalla uscì dalla classe.
    Poichè uscire dall'ingresso principale non era possibile decise di salire le scale e di raggiungere la terrazza, considerata dagli studenti, un semplice luogo di ritrovo.
    Da quell'altezza si poteva ammirare il panorama circostante, la città e insieme ad essa il traffico cittadino, tuttavia in quella giornata di sole, in cui anche il vento insieme agli uccelli, che di solito volano alti nel cielo, sembrava essere morto, Jaejung non pensò a contemplare tale meraviglia, pensando piuttosto a trovare un posto all'ombra, riparato dal sole troppo abbagliante.
    Dalla porta che conduceva alla terrazza, quattro mura si estendevano da essa, formando una stanza, e proprio sotto l'ombra di uno di questi Jaejung decise di sedersi ed aspettare la fine delle lezioni.
    Guardando ossessionatamente l'orologio però, era come se il tempo scorresse sempre più lento, portando la pazienza dello studente al limite della sopportazione.
    - Venire qui senza alcuna compagnia....che sciocco....-
    Improvvisamente un pensiero gli passò in testa, non lo aveva mai fatto a scuola, e questa consapevolezza cominciò a riempire Jaejung di eccitazione. Portandosi la cartella al petto, l'aprì e cercando tra libri e quaderni, lo trovò.
    Appoggiando il suo cutter, rimase fermo qualche minuto col braccio steso, per decidere se infliccersi un nuovo taglio o oppure riaprirne uno vecchio. infine senza la minima esitazione, appoggiando la punta del coltellino sulla pelle, fece una piccola pressione fino a quando non s'aprì, e poi con movimento lento cominciò a tracciare una piccola linea.
    Dalla sua bocca un gemitò fuoriuscì, in reazione al dolore unito al piacere di quel gesto, e poi chiudendo gli occhi laciò cadere il suo braccio sul pavimento, mentre iniziò a sentire il sangue scorrere fuori dalla ferita e scendere fino a sporcare il pavimento della terrazza.
    - Ahh...ahaa.....mm... -
    Una volta riaperti gli occhi però, Jaejung sentì il respiro mancargli, il cuore fermarsi per un istante e la paura assalirlo. Lì dinanzi a lui un'ombra, la figura di un ragazzo che aveva assistito a tutta la tremenda scena.
    Di scatto Jaejung alzò lo sguardo verso l'origine dell'ombra e sopra di lui, vide immobile e con sguardo indifferente all'accaduto, uno studente, che seduto a gambe incrociate se ne stava tranquillamente a osservarlo, un pò incuriosito ma assolutamente senza timore.
    Quel silenzio imbarazzante fu Jaejung a romperlo e con voce tremante e preoccupata.
    - Da quanto tempo....stavi guardando? -
    - Abbastanza -
    - Ecco io...non pensare che.... -

    Alzandosi quel ragazzo saltò giù e senza nemmeno rivolgere uno sguardo a Jaejung fece per andarsene.
    - Aspetta! io... -
    - Non m'importa quello che facevi, non m'interessa nemmeno sapere le tue ragioni -
    - Non è questo il punto! -
    - Non lo dirò a nessuno, era questo che volevi sentire no? -
    - Ma...non stai saltando anche tu le lezioni? Perchè allora te ne vai? -

    Quel ragazzo che aveva continuato a osservare la porta, ora si voltò verso jaejung e senza dire nulla gli si sedette accanto, mantenendo però le distanze da quello strano individuo.
    Abbracciandosi le ginocchia Jaejung rimase immobile, senza guardare l'unico testimone che avesse mai assistito alla sua forma di autolesionismo, ma spaventato per il fatto che quel tipo, nonostante avesse detto che non lo avrebbe raccontato a nessuno, avrebbe potuto invece diffondere questa verità in giro.
    - Gurda che sò cosa stai pensando -
    - Come? -
    - Ti ho già detto che non lo dirò a nessuno -
    - Potresti comunque star mentendo, come posso crederti? -
    - Vorresti forse che ti rivelassi un mio segreto così da poterti rassicurare? -
    - Bhe non sarebbe una così cattiva idea -
    - Allora non ci sperare...visto che non ho nessun segreto da nascondere -
    - Tutti hanno dei segreti -
    - Bhe io no -

    Continuando a fissare il pavimento Jaejung decise di dirgli le ragioni che lo spingevano a tali azioni, poichè quello che lo preoccupava maggiormente non era il fatto di essere stato scoperto o no, ma quello di essere considerato solo un pazzo che amava farsi del male.
    - Io non lo faccio...perchè mi piace...-
    - Cosa? Le ferite che hai sul polso? -
    - C'è una ragione per cui me le procuro -
    - Non m'interessa -
    - Ma io voglio chiarire le cose! -
    - Senti ho già i miei problemi a cui pensare e non voglio di certo stare qui e farmi carico dei tuoi, quindi stà zitto! -
    - mm...perciò non lo dirai davvero a nessuno? -
    - Ti ho detto di piantarla con questa storia -
    - Va bene, va bene...starò in silenzio -

    Dopo quella frase, nessuno proferì più alcuna parola, restarono distanti e fissi con lo sguardo dinanzi a loro, non si dissero neppure il loro nome, poichè dopo quella giornata forse non si sarebbero nemmeno più visti.
    Le ore passarono, lente e noiose, il calore del sole aveva fatto quasi morire i due ragazzi, bagnati di sudore ma felici che quella lunga attesa fosse giunta finalmente alla fine. Sentendo la campana suonare i due si alzarono e dirigendosi verso la porta si guardarono.
    - Allora....ci vediamo -
    - Forse -
    - Ah! Aspetta...non sò nemmeno il tuo nome -
    - Se sarai fortunato e mi rincontrerai, allora te lo dirò -
    - Eh? Ma io voglio saperlo ora -
    - Alla prossima -

    Uscendo dalla porta, jaejung continuò a osservare quel misterioso ragazzo che gli aveva fatto, anche se involontariamente, compagnia durante quella fuga dalle lezioni. Nonostante avesse scoperto il suo segreto, Jaejung comincò a pensare che forse non c'era davvero nulla di cui preoccuparsi e così per ringraziarlo gli urlò il suo nome, sperando che potesse raggiungerlo.
    - Grazie per la compagnia! Il mio nome è Jaejung! Non dimenticarlo! -
    Quella figura però, continuò ad allontanrasi indifferente, senza mostrare alcuna reazione a quella chiamata.
    E mentre Jaejung cominciava a scendere le scale, si ricordò improvvisamente di aver lasciato il suo cutter sulla terrazza e senza perdere altro tempo, tornò indietro, lo raccolse e stringendoselo al petto levò il suo sguardo verso il cielo.
    - Non sò chi tu sia ma....sento che presto noi due...ci rincontreremo di nuovo -
     
    Top
    .
  2. kaze no uta
     
    .

    User deleted


    bellissimo come ogni tua storia. Riesci a catturare tutta la mia attenzione. Mi sono emozionato tantissimo e non vedo l'ora di leggere il seguito.
     
    Top
    .
  3. Misteria
     
    .

    User deleted


    AVVISO AI LETTORI
    I pensieri e le azioni compiute dai personaggi sono frutto della fantasia dell'autrice e scrittrice di questo racconto, non hanno lo scopo di infangare il nome dei Tvxq o di creare equivoci sui loro comportamenti. Buona lettura.

    Genere: Yaoi
    Protagonisti: Jaejung e Yunho
    TITOLO: Il sangue della memoria
    CAPITOLO II - Il tuo nome (2/10)

    Passeggiando per il corridoio Jaejung continuava a pensare a quel ragazzo incontrato sulla terrazza, che con tanta freddezza, non gli aveva voluto rivelare il suo nome. Nonostante avesse cercato in tutte le classe degli studenti del quinto anno, non era riuscito a trovarlo, come non si fosse mai iscritto a quella scuola.
    Dopo le ripetute ricerche, cominciò a pensare che forse quel giorno il caldo dovesse davvero avergli dato alla testa, e che tutto quello che era stato, in realtà non era mai accaduto.
    In parte questa sua convinzione lo rassicurava, poichè questo avrebbe voluto significare, che nessuno lo aveva scoperto, tuttavia come una moneta che presenta due facce, dietro questo senso di rassicurezza, vi era anche un profondo sentimento di tristezza.
    - Perchè nonostante continui a cercarti.....non sono mai riuscito a rincontrarti? -
    Quell'incontro, nemmeno Jaejung sapeva spiegarsi perchè era stato così significativo per lui, dopo tutto quella persona era semplicemente uno studente come tutti gli altri, senza nessuna dote particolare, perchè altrimenti sarebbe stato di sicuro conosciuto tra tutti gli studenti.
    Trascorsi ormai ventitre giorni, Jaejung era arrivato al punto della rinuncia, ormai sapeva che per quanto si fosse sforzato, non sarebbe più riuscito a ritrovare quel ragazzo.
    Finite le lezioni, Jaejung non aveva nessuna voglia di tornare nell'appartamento in cui viveva, non avendo niente da fare, avrebbe sicuramente preso in mano di nuovo il suo cutter e come ogni volta, avrebbe inciso la sua pelle.
    Proprio in quel momento però, ricordò che tutto era iniziato con quel gesto di autolesionismo, e quasi fosse una specie di magia, cominciò a convincersi che forse, se lo avesse rifatto, quel ragazzo come dal nulla sicuramente sarebbe riapparso.
    - Che sciocco...pensare a cose del genere....però tentare non costa nulla no? -
    E dirigendosi questa volta in un luogo chiuso e poco frequentato, Jaejung in un angolo, nascosto tra i libri della biblioteca scolastica estrasse il suo cutter, dal quale ormai raramente se ne separava.
    Stranamente il suo cuore cominciò a battere con un pulsare irregolare, veloce e incontrollabile, i suoi occhi fissi sulla lama e la mano che impugnava il piccolo coltello, un pò tremava ma piano piano al suo polso si avvicinava.
    - Non capisco...di solito lo faccio senza troppe preoccupazioni....perchè ora...stò tremando? -
    Tentando di fermare la sua stessa mano, che continuava a tremare senza motivo, cominciò a stancarsi di quel suo stato in cui, senza saperlo, si stava ritrovando.
    Con aria arrabbiata, perchè senza risposte ai suoi dubbi, Jaejung stese il braccio e cominciò a incidere il suo polso.
    Ma appena affondata la lama, che lentamente stava proseguendo, un libro all'improvviso cadde e dallo spavento la sua mano deviò creando una ferita più profonda.
    Lasciando cadere il coltellino, Jaejung con una mano cominciò subito a tappare lo squarcio sul suo braccio, e sentendo il dolore, questa volta molto più profondo e insopportabile, guardò lo spazio che il libro aveva lasciato cadendo e con respiro affannoso rimase pietrificato quando scoprì, che di nuovo quello sguardo era posato su di lui.
    - Non...non è possibile... -
    - E così è proprio un vizio il tuo, sei davvero quel tipo di persona? -
    - Pensavo che.....se lo avessi fatto di nuovo a scuola....ti avrei potuto rivedere -

    Quegli occhi così freddi appena si posarono sul braccio di Jaejung sul quale il sangue stava scendendo, trasmisero una sensazione non di stupore o paura, ma di preoccupazione.
    Avvicinandosi velocemente allo studente accasciato a terra, con la schiena appoggiata al muro, gli prese il braccio facendo gemere Jaejung per il dolore.
    - Ahh... -
    - Il libro di prima...ti ha colpito vero? -
    - Io... -
    - Andiamo muoviti
    -
    Prendendo Jaejung per l'altro braccio, i due ragazzi corsero fino al bagno, e aperta l'acqua fredda quel misterioso studente, tirato fuori dalla tasca dei suoi Jeans un fazzoletto bianco, lo intinse nell'acqua e preso il braccio ferito, glielo applicò sopra, facendo una piccola pressione per bloccare sangue.
    - Ahh! -
    - Fermo -
    - ahi... -
    - Senti male? -
    - Sì non lo nego -
    - Allora questo dovrebbe piacerti visto quello che ti fai -

    Queste parole sembrava volessero prenderlo in giro, Jaejung si sentì profondamente ferito e ritrasse il braccio dal quella presa, rivolgendo così il suo sguardo a quegli occhi scuri e indifferenti.
    - Ti ho già detto che non lo faccio perchè mi piace! -
    - Non riesco a immaginare quale altra ragione potresti avere -
    - Dimmelo -
    - Cosa? -
    - Il tuo nome....dimmelo ora! -
    - Perchè dovrei dirtelo? -
    - Me lo hai promesso! Avevi detto che se ci fossimo rincontrati di nuovo...mi avresti detto il tuo nome! -
    - Io non ti ho mai promesso niente, ma se ci tieni tanto a saperlo....il mio nome è Yunho -
    - Yunho.... -
    - Soddisfatto adesso? -

    Quando Yunho gli rivelò il suo nome, quello che vide dopo, fu il corpo di Jaejung cadergli dinanzi, perdendo conoscienza. Il sangue perso lo aveva fatto crollare, Yunho correndogli in contro lo sollevò da terra, e portandolo in infermeria lo affidò alle cure della professoressa.
    - Come si è procurato questa ferita? -
    - Un incidente in biblioteca -
    - Sembra causata da una lama -
    - Quando l'ho trovato era già svenuto -
    - Prima di tutto gli medichero questa ferita dopo di che dovrà riposare -

    Yunho restò lontano, in disparte, mentre osservava con attenzione ogni movimento della mano di quella donna, che con premura fasciava il polso di Jaejung, senza sapere cosa fosse successo a quel povero ragazzo, che così indifeso giaceva sul lettino.
    Il suo volto pareva così tranquillo e sereno, che Yunho sentì sempre di più il forte contrasto di cosa in realtà gli era accaduto. Vederlo prendere il cutter e tagliarsi il polso, molto probabilmente, pensava, doveva trattarsi di un modo per scappare da qualcosa.
    La benda intorno al braccio era stata applicata con cura, la dottoressa, responsabile dell'infermeria, lo guardò per qualche minuto e poi gli sorrise con fare materno.
    - Sono stata convocata in presidenza qualche minuto fà....ora dovrei andare, ma appena possibile tornerò a vedere come stà -
    - Resterò io a fargli compagnia -
    - lo affido a te allora -

    Il sole si rifletteva sui suoi occhiali e i lunghi capelli, legati alla fine a coda di cavallo, sembravano risplendere. Yunho rimase a guardarla uscire dalla stanza, per poi vedere la sua immagine scomparire dietro la porta, che chiuse dietro di se.
    La sua espressione cambiò e senza fare rumore avvicino uno scabello vicino al letto, sedendocisi sopra.
    Tutto era tranquillo, ogni cosa era in ordine dentro quello studio, così pulito e profumato.
    - Non sono mai stato qui....è la prima volta che entro in infermeria in ben cinque anni -
    Yunho sapeva che nonostantre Jaejung non lo guardasse e non si muovesse, poteva benissimo sentirlo, per questo senza esitazione nè vergogna cominciò a parlargli.
    - Se restassi in silenzio molto probabilmente ti annoieresti....non è vero? -
    Non sapeva nulla di quel ragazzo, solo il suo nome, che ad un tratto gli tornò alla memoria, quel giorno sulle scale e poi arrivato il momento di andarsene, quella rivelazione, che Jaejung gli aveva fatto, gridandogli alle spalle il suo nome insieme a un ringraziamento sincero.
    Non si erano parlati, ma Yunho sapeva che la colpa era la sua, che non aveva voluto ascoltarlo, mettendolo a tacere con le sue fredde parole.
    Per un attimo si sentì in colpa, forse se lo avesse ascoltato questo non sarebbe successo, forse se lo avesse cercato anche lui, si sarebbero ritrovati prima di quel giorno impedendo così che Jaejung, arrivasse ad autoinfliggersi quella ferita.
    Un sentimento scomodo che piano piano gli assalì il cuore, un rimorso che solo con le sue azioni, si era procurato.
    Sul suo volto un sorriso colmo di odio si disegnò, e poi le sue scuse, flebili ma percettibili solo dal ragazzo dormiente dinanzi a lui.
    - Mi dispiace....alla fine sono io la causa di tutto questo.... -
    Abbassando lo sguardo Yunho tentò di trattenersi, mentre nei suoi ricordi non riusciva a trovare pace o rifugio, ma solo odio, rabbia e vendetta.
    Passarono due ore ma della professoressa nemmeno l'ombra, Yunho osservando la porta era stanco di aspettare, tuttavia sapeva benissimo di non poterlo lasciare da solo, senza nessuno, che al suo risveglio, avesse potuto aiutarlo.
    La stanchezza cominciò a farsi sentire, la schiena faceva male al piegarsi in avanti o all'indietro, ma Yunho non si lamentò e appoggiando la testa sul lettino, incrociando le braccia, per farsi da cuscino, chiuse gli occhi, tentando di dormire un pò.
    Dopo qualche minuto però si accorse che il lenzuolo cominciava a muoversi e allora sollevò il capo, vedendo così gli occhi di jaejung riaprirsi.
    - Devo ammettere....che mi stavo un pò preoccupando -
    - Ahh...ma dove...dove sono? -
    - Hai perso conoscienza per via della perdita di sangue -
    - Il mio braccio... -
    - Non sono stato io a medicarti...ma la dottoressa dell'infermeria -
    - Capisco.... -

    Jaejung non se la sentiva di guardarlo in faccia, quello che aveva fatto lo sentiva come un peso, e fu allora che si rese conto per la prima volta che si stava pentendo di essersi ferito con le proprie mani, dinanzi a quegli occhi che lo vedevano come una persona diversa.
    - Non lo dirò a nessuno -
    - Non è questo.... -
    - Tutto questo è succcesso perchè mi stavi cercando vero? -
    - Ah! No....io..volevo solo.... -
    - Ti chiedo.......scusa -

    A quelle parole Jaejung non potè far altro che cercare i suoi occhi, con stupore. Yunho non sapeva le ragioni che lo spingevano a fare quelle cose, ma in quel momento era come se non fosse mai successo nulla, come se i due ragazzi fossero sempre stati amici che dopo un litigio, cercano di riappacificarsi.
    Jaejung si sedette sul lettino e sempre fissando Yunho, gli sorrise.
    Nonostante fosse troppo presto per alzarsi, non volle rimanere un altro secondo in quel posto e, senza ascoltare yunho, che tentò in tutti i modi di trattenerlo, scese barcollando e tentando di reggersi in piedi.
    Sentiva le gambe come anestetizzate, benchè cercasse di tenerle rigide e ferme, queste continuavano a tremare fino a fargli perdere l'equilibrio. Yunho allora, decise di aiutarlo offrendogli la sua spalla, mentre con le mani lo tratteneva stretto a sè.
    - Non riesci nemmeno a reggerti in piedi, perchè vuoi andartene a tutti i costi? -
    - Mi sento soffocare in questo posto -
    - E come farai a tornare a casa?
    - indovina.... -
    - Puoi levartelo dalla testa Jaejung -
    - Jaejung.... -

    Yunho senza accorgersene lo aveva chiamato per nome, il ragazzo sentì una strana sensazione di felicità attraversargli tutto il corpo, e senza esitare abbracciò yunho che al contrario provò una sensazione di ribrezzo.
    - Hey hey fermo! Chi ti ha autorizzato a prenderti tante confidenze? -
    - Ma se mi hai chiamato per nome ahaha -

    A queste parole Yunho non riuscì a ribattere e cambiando discorso incitando Jaejung a sbrigarsi se voleva uscire da lì, lo condusse fino al cancello della scuola, per poi riposarsi un attimo. Yunho non poteva portarlo a casa, poichè lui tra un'ora precisa avrebbe dovuto recarsi al ristorante giapponese in cui lavorava, per dare il cambio al suo compagno.
    Tuttavia era consapevole che non poteva nemmeno lasciare lì quel ragazzo, che ancora barcollava, tremante come una foglia.
    La soluzione più ovia si era già fatta strada nella sua mente, ma Yunho si rifiutava di credere che non ce ne fossero altre.
    La sua casa non era molto distante, di sicuro vrebbe fatto prima a portarlo lì, però il fatto di portarci un ragazzo non gli stava affatto bene.
    Jaejung appoggiato al cancello, emise una piccola risata e guardando Yunho con aria di sfida, gli disse che sapeva cosa stava pensando e che sfortunatamente era anche per lui l'unica soluzione ai loro problemi.
    - Andiamo? -
    - E dove? -
    - Ma come dove, a casa tua ahah -
    - E chi ti ha detto che ti porterò lì? -
    - Avanti lo sappiamo tutti e due che non c'è altro modo e poi se devo essere sincero comincio a sentire male al braccio -
    - Ti avverto, non si ripeterà questa storia! -
    - Va bene, va bene -

    Con fare brusco yunho riprese Jaejung, portando il suo braccio sopra il suo collo per farlo appoggiare e con passo lento, si diressero verso casa sua.
    La strada sotto il sole, sembrava una vera e propria tortura, i due ragazzi sentivano il sudore bagnargli tutto il corpo, e le gambe ormai sembravano non esserci più.
    All'improvviso Yunho si fermò dinanzi a una casa, sorrise tra i respiri affannosi dovti alla fatica, e dicendo a Jaejung che finalmente erano arrivati, sui loro volti si poteva leggere benissimo tutta la loro soddisfazione, per essere giunti a destinazione.
    Tirando fuori dalla tasca dei suoi pantaloni le chiavi, Yunho aprì l'uscio e una volta dentro, chiudendo la porta dietro di sè con un calcio, condusse il suo compagno fino al salotto e con fare non proprio gentile lo mise sul divano, sedendosi poi anche lui.
    I due ragazzi alzarono lo sguardo al cielo e con gli occhi chiusi cominciarono a riprendere fiato.
    Il solo pensiero di tutta la strada fatta, bastava per cominciare a stare di nuovo male, così Yunho decise di prendere due bicchieri e di riempirli d'acqua fredda, poi porgendone uno a jaejung glielo offrì.
    Jaejung senza alcuna esitazione allungò la sua mano e preso il bicchiere cominciò a gustare quella fresca sensazione scenderegli in gola, fino ad arrivargli nello stomaco.
    Dopo una piccola pausa, yunho salì incamera sua senza parlare, e quando scese, Jaejung potè notare il suo cambio d'abiti.
    - Dove vai? -
    - Lavoro -
    - Ahh lavori....capisco -
    - Sarò di ritorno per le sei di stasera, faresti meglio ad avvertire i tuoi -
    - Va bene -

    Riprese le chiavi tra le dita Yunho si diresse verso la porta e, una volta chiusa, girò all'interno della serratura per tre volte la chiave, così da permettere a Jaejung di starsene tranquillo senza però provare ad andarsene nelle sue condizioni.
    Jaejung cominciò a guardarsi attorno, era piuttosto grandino quel posto, non vi erano però molte decorazioni per abbellirlo un pò, solo uno speccio all'ingresso, mentre nel salotto in cui stava un grosso televisore a cristalli liquidi, la faceva da padrone.
    Con stupore potè intuire facilmente che Yunho non abitava con i suoi genitori, ma il fatto che lui si potesse sentirsi solo o meno non gli sfiorò la testa.
    - Questo posto mi piace....accogliente -
    Nel silenzio di quella stanza Jaejung cominciò a sentirsi stranamente tranquillo, come se quel posto fosse per lui un rifugio contro la realtà che viveva. Decise così allora di stendersi, chiudere gli occhi e aspettare il ritorno di quel ragazzo che, nonostante lo conoscesse appena, riusciva a farlo sentire amato.
    - Ti aspetto Yunho.... -
     
    Top
    .
  4. kaze no uta
     
    .

    User deleted


    belluuuuuuuuuuuuu mitico nn posso che farti i complimenti mi piace davvero tanto tanto love love
     
    Top
    .
  5. Misteria
     
    .

    User deleted


    chuu grashiee qualcuno che apprezza i miei racconti T.T
     
    Top
    .
  6. Angel Alexiel
     
    .

    User deleted


    *ççççççççççççç*
     
    Top
    .
  7. †DarkAila†
     
    .

    User deleted


    billo*_*
     
    Top
    .
  8. Misteria
     
    .

    User deleted


    Genere: Yaoi
    Protagonisti: Jaejung e Yunho
    TITOLO: Il sangue della memoria
    CAPITOLO III - Un futile travestimento (3/10)

    Erano trascorsi quarantadue minuti da quando Yunho aveva accompagnato Jaejung a casa sua e, dopo averlo lasciato sul divano, si era incamminato verso il locale in cui lavorava come cameriere, non potendo però liberarsi di tutte le domande che ormai, gli stavano tormentando la mente.
    Un dubbio dopo l'altro, tutto un susseguirsi di incertezze che senza risposta irritavano il povero Yunho, studente liceale, ora in alta marea in questa strana situazione.
    Fortunatamente il locale non era molto lontano da casa sua, uscito dI casa, bastava che seguisse il marciapiede fino a giungere a un incrocio stradale e poi, attraversata la strada dinanzi a lui, continuare in linea retta, giungendo così all'ingresso del posto di lavoro. Dalla sua abitazione ci volevano circa dodici minuti, giusto il tempo per salutare il suo compagno e sostituirlo per il turno.
    Dovendo lavorare di pomeriggio Yunho approfittava della pausa pranzo per iniziare i compiti, e poi finite le lezioni si recava in biblioteca fino alle tre in punto, così da passare a casa, cambiarsi e arrivare al lavoro entro le quattro del pomeriggio.
    Varcata la soglia Yunho salutò il suo compagno con voce serena e con un gesto energico della mano.
    - Salve, sono arrivato! -
    - mm? Ah! Yunho ciao! In orario perfetto anche oggi -
    - Come sempre del resto ahah -
    - Stavo giusto per scappare, ho da fare stasera -
    - impegni con la tua ragazza? -
    - Già, ho intenzione di uscire con lei -
    - Allora non ti trattengo oltre, ci vediamo domani -
    - D'accordo a domani Yunho, ciao! -

    Yunho guardò il suo amico sorridendo e quando se ne fu andato si voltò verso il bancone.
    Comiciò mettendo a posto i bicchieri lavati prima da Max, che al contrario di Yunho era lì da soli tre mesi, tuttavia aveva imparato in fretta ad autogestirsi rendendo le cose più semplici sia a Yunho che al capo del locale, che nel quartiere era piuttosto gettonato, data la squisitezza dei suoi piatti originali.
    Preso il grembiule bianco e legatoselo alla vita, yunho cominciò ad usarlo come asciugamano, pulendo i bicchieri e poi sistemandoli sulle mensole sopra di lui, in fila uno accanto all'altro.
    I clienti non tardarono molto ad arrivare, e ben presto la sala cominciò a riempirsi.
    In una giornata calda come questa le richieste ricadevano soprattutto su gelati, bibite e piatti freddi.
    Il capo del locale, era colui che gestiva la cassa e che prendeva le ordinazioni al bancone e qualche volta ai tavoli.
    La clientela era formata soprattutto da ragazze che andavano sì a rinfrescarsi con un buon gelato, ma anche per ammirare meglio il cameriere che, con quegli abiti insieme al grembiule, appariva molto sexy e quindi una preda da non lasciarsi sfuggire. Yunho era consapevole di questo, ma nonostante i continui tentativi delle clienti, di abordaggio, lui restava indifferente dai loro sguardi e dalle loro parole.
    Il fatto di essere un tipo difficile non faceva altro che stimolare le ragazze intorno a lui, dimostrandosi a volte però anche un vero e proprio fastidio.
    - Yunho! -
    - Mi dica, vuole ordinare qualcosa? -
    - Ormai sono una cliente fissa, perchè continui a darmi del lei? Così mi offendi -
    - Faccio solo il mio lavoro, non è per essere sgarbato -
    - Però...nonostante ti abbia dato il mio numero. tu non mi hai mai chiamato...forse non ti piaccio? -
    - Si sbaglia, solo...sono molto occupato -

    Essere presi di mira in continuazione per Yunho era davvero frustrante, tuttavia questo lavoro era ciò che lo aiutava a pagarsi l'affitto e i viveri, quindi non avrebbe mai potuto lasciarlo.
    Fortunatamente c'era sempre il capo ad aiutarlo in queste situazioni.
    - Yunho!! Ti pago per lavorare non per flirtare con le clienti! -
    - Mi scusi! Devo tornare al lavoro...vogliate perdonarmi -
    - mmm -

    Yunho dirigendosi verso il capo gli fece un inchino e guardandolo gli sorrise.
    - Grazie dell'aiuto Sakano -
    - Di nulla, recitare questa parsa è ogni volta sempre più divertente....anche se così facendo tutti mi crederanno un dittatore spietato uhauhaahah -
    - Se non ci fossi tu, sarei davvero morto ahah -

    La stetta amicizia che Yunho stringeva con le persone intorno a lui, si dimostravano davvero vantaggiose, in queste situazioni.
    Servire ai tavoli, lavare per terra, riordinare, Yunho svolgeva tutti questi compiti da solo, e Sakano, il capo, si rendeva conto, ormai da tempo, che erano troppi incarichi per una sola persona, così in un attimo di pausa, propose a Yunho l'assunzione di qualcun altro insieme a lui.
    - Stavo pensando di cercare un altro cameriere -
    - Vuoi buttarmi fuori Sakano? -
    - Eh?! Ma no cos'hai capito? Intendevo assumere un altro cameriere che ti desse una mano con le faccende -
    - Ma così dovrai pagare una persona in più oltre a me e a Max -
    - Il locale và a gonfie vele, quindi penso proprio di potermelo permettere, tu per caso hai qualche idea? -

    A quella domanda, per un solo istante, nella mente di Yunho gli apparve l'immagine di Jaejung. Di scatto fece un passo all'indietro appoggiandosi poi con la mano al bancone. Sakano gli si avvicinò e con aria preoccupata gli chiese se andasse tutto bene. Yunho gli sorrise dicendogli che era tutto apposto ma senza però rivelargli il nome della persona a cui aveva pensato.
    Trovare dei buoni lavoratori era davvero difficile, molti lo facevano per lo più con lo scopo di attirare l'attenzione, mostrando agli altri di essere capaci di lavorare, nonostante la loro età.
    Sakano aveva scelto Yunho dopo un lungo periodo di prova e questo sarebbe toccato anche al suo aiutante.
    Yunho lavorava sodo per poter sopravvivere, mantenersi non era cosa facile, molte responsabilità erano gravate su di lui, ma nonostante questo Yunho affrontava ogni giorno con un sereno sguardo fisso verso il domani.
    - Io mi fido del tuo giudizio Yunho, se dovessi trovare qualcuno che secondo te possa farcela....sarò lieto di assumerlo -
    - Ti ringrazio per la fiducia -
    - Di nulla -

    Il lavoro proseguì per altre tre ore e mezza con la clientela che entrava e usciva soddisfatta dal locale, nel frattempo però qualcuno si stava davvero annoiando. In un luogo a lui estraneo, chiuso fra quattro mura, Jaejung si era riaddormentato, su quel soffice divano che si trovava nell'ingresso, proprio dinanzi al televisore. Il suo braccio gli faceva ancora male, la ferita che egli stesso per sbaglio si era procurato, aveva iniziato a bruciargli.
    Quel dolore lo aveva ridestato, e sedutosi a gambe incrociate, cominciò a strofinarsi gli occhi. Pronunciò il nome di Yunho a voce alta, ma non sentendo alcuna risposta, capì che non dovesse essere ancora rientrato dal lavoro.
    Restare senza far nulla era davvero frustrante, Jaejung voleva uscire e andare a cercare Yunho, curioso di vedere dove lavorava, tuttavia gli era impossibile, poichè la porta era stata chiusa a chiave. Visto che la porta era inutilizzabile, Jaejung ebbe la furba idea di uscire dalla finestra, sperando di non essere visto da nessuno, per paura di essere scambiato per un ladro.
    La finestra si trovava proprio dietro al divano, coperta dalle tende bianche e un pò trasparenti, che il vento poteva sollevare con facilità.
    Aperti gli scuri Jaejung li scavalcò e con un salto furtivo atterrò nel giardinetto che circondava la casa.
    Nessuna macchina, nessuna persona fortunatamente stava passeggiando per quel vialetto e così, come se nulla fosse comincò a girare un pò per quella strada.
    La sua soddisfazione però, venne bruscamente interrotta da una cruda verità.
    Jaejung non sapeva dove Yunho lavorasse e quel che era peggio, non sapeva neppure da che parte dovesse andare, tutto ciò che sapeva era che lavorava in un ristorantino giapponese, molto conosciuto però.
    Quest'ultimo pensiero lo rassicurò, poichè sarebbe bastato chiedere in giro e avrebbe scoperto la posizione del locale.
    Dato che i due ragazzi erano arrivati da sinistra, rispetto alla casa, era logico che jaejung dovesse andare a destra, visto che nell'andare lì non aveva visto nessun locale.
    Seguendo il marciapiede lo studente giunse all'incrocio, prima attraversato da yunho, e visto che in giro si vedevano non poche persone, decise di cominciare la sua ricerca di informazioni.
    - mi scusi? -
    - Sì? -
    - Ho sentito che qui vicino dovrebbe esserci un famoso ristorante giapponese....lei sà dove si trova? -
    - Ristorante....mm...no mi dispiace non sò dove si trovi -
    - Capisco....bè scusi il disturbo arrivederci -

    Nonostante il primo fallimento jaejung non si arrese e ritentò con altre tre persone.
    - Scusate? -
    - sì? -
    - Sapete se da queste parti c'è un ristorante giapponese? -
    - Io non ne sò nulla, tu? -
    - Nemmeno io -
    - Idem -
    - Ho capito...grazie lo stesso -

    Se il ristorante in cui lavorava Yunho era davvero così famoso, come aveva detto, perchè non riusciva a trovarlo? Jaejung cominciò a ridersela pensando che forse aveva sopravvalutato quel posto e le parole di Yunho.
    Continuando a camminare Jaejung chiese a ogni persona, se conosceva questo ristorante, ma nessuno sembrava averne mai sentito parlare.
    Improvvisamente però, un gruppo di ragazze passarono vicino a lui, e anche se un pò confusa, Jaejung sentì la voce di una di loro che pronunciò quel nome.
    - Quel cameriere è davvero carino -
    - S' è vero! Com'è che si chiama? -
    - Nome strano...sembra inglese -
    - mmm....credo fosse Uknow.... -
    - No, no, no era Yunho! ne sono sicura -

    Di scattò Jaejung si voltò e prima che quelle ragazze potessero svanire tra la folla, riuscì ad afferrare la spalla di una di loro.
    - Hey scusa! -
    - Che cosa vuoi? -
    - Ho sentito prima che parlavi di un cameriere di nome...yunho è vero? -
    - Sì l'ho detto...e allora? -
    - Sapresti dirmi, dove lavora perfavore? -
    - Ah io...ehm Yoko tu sai dove è che si trovava quel ristorante di prima... -
    - Sì è dopo l'incrocio, sempre dritto -
    - Grazie mille! -

    Jaejung non perse tempo e sotto gli occhi di quelle ragazze un pò confuse, di dileguò in una corsa sfrenata. Il fiatone si fece sentire, i respiri affannosi sembravano bloccargli il respiro, tuttavia jaejung non mollò e continuò a correre. Seguendo quelle indicazioni, corse oltre l'incrocio e sempre diritto a sè continuò ad andare, fino a quando non scorse in lontananza un'insegna, formata da una specie di tenda che al passare del vento si sollevava, formando un movimento a onde.
    - Eccolo! -
    Raggiunta la porta Jaejung si guardò bene dall'entrare, poichè sapeva benissimo che non appena Yunho lo avesse visto, di sicuro non l'avrebbe accolto con le braccia aperte.
    Un travestimento sarebbe stato perfetto, ma trovarne uno in quel momento era impossibile. Girandosi intorno, il suo sguardò finì per puntare al bidone dell'immondizia e ridendo tra sè, pensò che forse in mezzo a quella roba, dovesse esserci qualcosa al caso suo.
    - Ma dai....di certo non mi metterò a rovistare nei ri.... -
    Il sole che rmai aveva iniziato a calare, fece brillare qualcosa e senza stare a pensarci troppo Jaejung si avvicinò per poterne scoprire l'origine. Fortunatamente non era un oggetto molto in profondita, spostate due scatole, che prima dovevano contenere delle scarpe, data la loro forma, video qualcosa di nero. Avvicinando la mano afferrò quello strano oggetto e guardandolo meglio potè vedere con gioia che si trattava di un paio di occhiali da sole.
    La fortuna sembrava assisterlo, erano ancora intatti anche se la lente dell'occhio sinistro era un pò traballante.
    - Indossando questi, forse non mi riconoscerà -
    Con le sue mani jaejung si scompigliò i capelli, cercando mascherarsi come meglio poteva.
    - Anche se non capisco perchè mi faccia tanti problemi....spero che non mi scopra -
    Detto questo cominciò lentamente ad avvicinarsi alla porta ma ancora prima che potesse mettersi la mano sopra, ecco aprirsi l'uscio mostrando così la figura di Yunho.
    Il respiro gli morì per un istante, ma credendo fermamente nel suo travestimento, trattenne lo stupore dello sguardo.
    - Mi...mi scusi -
    - Di nulla -

    Guardandolo dirigersi verso il bidone dell'immondizia jaejung ripensò a quello che aveva fatto un attimo fà e si lasciò scappare un sorriso, seguitò però da una flebile risata, che Yunho sentì a stento.
    - Ah! -
    - Qualcosa la diverte? -
    - Eh?! Ah ecco...no stavo solo ahahah...ahah...chiedo scusa -
    - Se rideva per i fatti suoi la cosa non mi offende -
    - Io non stavo ridendo di lei! Se questo è quello che pensa -
    (Devo dargli del lei, devo stare al gioco)
    - Io questo non l'ho detto -
    (Accidenti che caratterino)
    - Era venuto qui a mangiare qualcosa? -
    - S-sì -
    - Allora entri, tra poco arriverò da lei per le ordinazioni -
    - Sì -

    Quella conversazione era giunta al termine, Jaejung aveva richiato davvero grosso, quella sua risata stava per farlo scoprire, o peggio, stava per creare un forte malinteso tra i due.
    Aperta la porta, il ragazzo notò con stupore quanto fosse pieno di gente, si ricredette sul fatto che pensava che non fosse poi così famoso, e scelto un tavolo attese l'arrivo del suo amico, inconsapevole della sua identità.
    Preso in mano il menù, dette un occhiata ai piatti principali, ai contorni proposti, ai sencondi piatti e infine ai dolci, pensando però che non era ancora ora di cena, decise di scegliere un piccolo dolce, tanto per trattenersi in quel locale.
    Scelse una piccola coppa di Tiramisù, un dolce fatto con un leggero strato di cacao sopra ad uno strato più grande di crema o panna finendo poi con un biscotto sul fondo.
    Yunho si avvicinò al suo tavolo e con in mano un blocchetto di fogli e una biro dall'inchiostro blu gli chiese cosa volesse ordinare.
    - Gradirei una coppa di Tiramisù -
    - Purtroppo le abbiamo finite -
    - Ah...allora un gelato alla crema -
    - Finito -
    - Una al cioccolato -
    - Finito -
    - Gelato con fragole e panna -
    - Finito -
    - Farebbe prima a dirmi allora quello che c'è! -
    - Per te nulla.... -
    - C...come? Prego? -
    - Pensi che sia così stupido....Jaejung? -
    - AH! -

    Era inutile illudersi, Jaejung non avrebbe mai potuto spuntarla con Yunho che fin dall'inizio lo aveva smascherato.
     
    Top
    .
  9. winry_chan
     
    .

    User deleted


    ohh misty*O* come ti avevo già detto belliccima ff!!
    ^O^ spero tanto l aggiorni presto voglio sapere il continuo ^^

    furbo JJ ma ancora di più Yunho xD
     
    Top
    .
  10. kaze no uta
     
    .

    User deleted


    bella brava Misty anchio non vedo l'ora di leggere il seguito love love
     
    Top
    .
  11. †DarkAila†
     
    .

    User deleted


    eheh
     
    Top
    .
  12. Misteria
     
    .

    User deleted


    Genere: Yaoi
    Protagonisti: Jaejung e Yunho
    TITOLO: Il sangue della memoria
    CAPITOLO IV - Non puoi capire! (4/10)
    Jaejung, seduto al tavolo, era rimasto sconvolto dalle parole di Yunho che senza scomporsi lo aveva smascherato così facilmente. Certo il suo travestimento non era curato e nemmeno credibile, tuttavia pensava davvero di essere riuscito a ingannarlo, che quando lo scoprì fu come se una parte del mondo gli fosse crollata addosso. Imbarazzato per non essersene reso conto, non osava guardare il ragazzo che gli stava davanti, che al contrario continuava a fissarlo con sguardo accusatore.
    - Allora? -
    - mm... -
    (Dannazione, scoperto appena messo piede qui. Credo che non potesse andarmi peggio di così, accidenti!)
    - Da dove salti fuori? -
    - .......Come da dove salto fuori? -
    - Ti avevo chiuso in casa a chiave, come diavolo hai fatto a uscire? Cos'è sai scassinare pure le sarrature oltre che autolesionarti il corpo?! -
    - Ah! -
    A quell'affermazione, la maggior parte degli sguardo ricaddero su Jaejung, che osservando Yunho si sentì in qualche modo tradito. Il cameriere accortosi del suo stesso errore, indietreggio di un passo, guardandolo fisso negli occhi. Abbassando lo sguardo Jaejung si alzò di scatto e furioso in viso uscì velocemente dal locale, iniziando poi a correre non appena fuori dalla porta.
    A quella reazione, seguì un vano tentativo da parte di Yunho di bloccarlo, i cui occhi videro sul viso di Jaejung una lacrima. Lo aveva detto dinanzi a tutti, ma nonostante dentro di sè fosse consapevole di non averlo voluto fare apposta, non c'erano scuse che potessero giustificarlo.
    - Dannazione! -
    Correndo fuori dal locale Yunho cominciò a guardarsi intorno, inseguito da Sakano che strattonandolo per una spalla tentò di fermarlo.
    - Yunho che diamine stai facendo? Stai ancora lavorando! -
    - Chiama Max e fammi sostituire -
    - Cosa?! -
    Senza dare spiegazioni, Yunho sfuggì alla sua presa e allontanandosi cercò Jaejung, sperando fosse tornato a casa. La porta era chiusa e non c'era nessuno nemmeno al suo interno, e come se non bastasse, il senso di colpa cominciava a colpirlo diritto nel petto come una lama, un dolore che non si sarebbe placato fino al ritrovamento di Jaejung.
    Appoggiandosi con la schiena alla porta, Yunho si lasciò scivolare, fino a sedersi sul gradino di cemento di casa sua.
    - Jaejung... -
    ( Io non lo faccio perchè mi piace! )
    Quelle parole cominciarono a risuonare nella testa di Yunho, che visualizzando l'immagine del ragazzo, ricordò il loro incontro sulla terrazza. Aveva deciso di saltare le lezioni e seduto sul tetto della stanza sopra le scale aveva scorto il luccichio della lama e poi il sangue scendere da quel braccio, sul cui polso si vedevano tutte le cicatrici precedenti.
    - Accidenti a lui! -
    Rialzandosi decise di cercarlo, tuttavia erano trascorsi alcuni minuti, e in quell'arco di tempo avrebbe potuto essere dovunque. Una ricerca disperata, forse persa in partenza, ma Yunho era troppo testardo e determinato per mollare così presto.
    Ritornando al locale, fece il giro dei dintorni, infilandosi anche nei cunicoli più bui e sporchi, ma senza risultato. Ragionando con calma, il posto secondo lui più probabile dove una persona poteva recarsi per riflettere o dimenticare era il parco. Luogo verdeggiante e tranquillo, perfetto per potersene stare da soli, senza nessuno che disturbasse con la sua presenza.
    Correndo ormai col fiatone nel petto, Yunho raggiunse il parco, grande e senza essere circondato da recinzioni, libero e privo di confini.
    - Spero sia qui -
    Camminando e intanto prendendo fiato, si guardò intorno senza scorgere nessuno che potesse assomigliargli. Percorrendo il piccolo sentiero che tragliava a metà il parco, lo spettacolo che gli si offrì fu solo quello degli alberi, del prato ricco di fiori, delle panchine, vuote o occupate da delle coppie e il cinguettio degli uccelli pronti per salutare il sole e con esso il pomeriggio.
    In un piccolo spazio privo d'erba ma con solo delle strutture adatte per i bambini, decise di sedersi per terra, stanco e ansimante. In quel momento però, sotto una piccola cupola a forma di elefante, ecco vedere la schiena di qualcuno, rannicchiato e singhiozzante. Avvolto nell'ombra, Yunho non riusciva a capire se fosse Jaejung o no, tuttavia non poteva lasciarlo lì, e avvicinandosi con cautela tocco con una mano la spalla di quella figura facendola sussultare.
    "AH!"
    "Jae...jung?"
    "Credo che...mi abbia confuso con qualcun'altro..."
    "Non scherzare! Avanti vieni fuori!"
    "Lasciami mi fai male! Mollami!!"
    Guardandolo di sfuggita, Jaejung colpì la sua guancia con uno schiaffo, allontanandolo un poco da lui, ma non abbastanza da potersi permettere la fuga. Yunho afferrandogli i polsi lo buttò a terra, entrando così anche lui in quella piccola struttura.
    "Stà fermo!"
    "Ah!!"
    Restando stesi uno sull'altro in quell'assurda posizione, i loro occhi intrisi di odio cominciarono a incrociarsi, ma fu allora che Jaejung lo distolse, cercando coi capelli di nascondere il volto e trattenere i piccoli singhiozzi che tuttavia venivano amplificati dalla forma a cupola della struttura.
    "Jaejung"
    "Vattene..."
    "Ascoltami! Prima nel locale io non volevo dire..."
    "Stà zitto! Le tue patetiche scuse...pensi che servano a qualcosa?! O forse chissà, è solo per il tuo senso di colpa, solo per poter stare meglio con te stesso! E far sembrare tutto come già risolto!"
    "Adesso mi hai stancato!"
    Uscendo da lì, Yunho afferrò il ragazzo per le caviglie trascinandolo fuori, contro ogni sua volontà.
    "Ti comporti come un moccioso!"
    "Ti ho detto di andartene!!"
    Perdendo il controllo Yunho non vede altra soluzione per calmare il ragazzo.
    "Non mi lasci altra scelta!"
    Con un pugno allo stomaco Yunho fece perdere i sensi a Jaejung e caricatoselo sulle spalle, fece ritorno a casa.
    "La prossima volta, vedi di darmi retta"
    La sua vita sembrava essere stata improvvisamente sconvolta, monotona, sempre uguale, senza più ostacoli o sorprese, senza più gioia o dolore, ma solo occupata dal lavoro, dalla necessità di sopravvivere e di riuscire a mantenersi da solo, senza l'aiuto di nessuno. Yunho portando quel ragazzo a casa sua, pensava a tutte queste cose: se non l'avesse mai incontrato nulla di tutto questo sarebbe successo, se non avesse saltato le lezioni quel giorno, non l'avrebbe mai incontrato, se non lo avesse conosciuto non avrebbe causato quel gesto estremo nella biblioteca, tuttavia...se nulla di tutto ciò fosse accaduto, adesso Yunho molto probabilmente sarebbe al locale, a servire come ogni giorno la clientela, senza trovare soddisfazione in quello che faceva. Jaejung era come se dormisse, i suoi occhi era chiusi e la sua bocca morbida e rosea sembrava brillare sotto la luce del tramonto. Continuando a camminare, Yunho si rendeva sempre più conto del suo cambiamento, che stava avvenendo in quel momento, a ogni passo. Per la prima volta, si stava preoccupando per qualcuno.
    "Jaejung..."
    Chiamandolo per nome, tentò di svegliarlo ma inutilmente, il colpo subito era stato davvero forte, tanto che cominciò a provare timore verso il suo gesto.
    "Spero di non averlo colpito così forte come penso..."
    Arrivato a casa, il divano fu la sua salvezza, per la schiena e le sue spalle.
    "Ahh...arrivati..."
    Sedendosi ai piedi della sua vittima, Yunho rimase in silenzio a guardarlo, e poi i suoi occhi ricaddero sul suo polso, coperto da una fascia nera. Lentamente e senza far rumore, sollevò il braccio e con le dita la alzò un poco, non incuriosito ma preoccupato per quello che Jaejung si era fatto fino a quel momento, tuttavia facendolo così di nascosto avrebbe commesso un altro sbaglio verso di lui e così desistette, ritornando a sedersi sul divano.
    "Dopotutto non sono affari miei"
    "Ti ho...ti ho già detto che...non lo faccio...non lo faccio perchè mi piace..."
    Voltando il suo viso di scattò Yunho ebbe un sussulto, ma poi accorgendosi che in realtà stava solo parlando nel sonno, si tranquillizzò.
    "Ahhh...razza di stupido mi hai fatto prendere un colpo!"
    All'improvviso il cellulare di Yunho iniziò a squillare. In un primo momento sembrò dovesse smettere in fretta ma poi la cosa cominciò ad andare per le lunghe. Infastidito da quel suono, fu costretto a rispondere, immaginando chi potesse essere e preparandosi per la punizione divina.
    "Pron..."
    "Sei un idiota!! Lo sapevi che avevo un appuntamento stasera! Perchè diavolo sei scappato via dal locale?! Ora ho dovuto cancellare il programma di stasera ed è tutta colpa tua se adesso è arrabbiata con me!!"
    "Max lascia che ti..."
    "Non voglio sentire le tue cretinate! Sappi solo che domani lavorerai anche al posto mio! Sakano è d'accordo con me e mi ha detto che questo tuo comportamento rischia di mettere a rischio il tuo posto!!"
    "Smettila di urlarmi nell'orecchio!"
    "Hai rovinato tutto!!"
    La telefonata fu interrotta dal rumore dal rumore della cornetta di Max, che pose fine alla chiamata. Mettendosi una mano sulla faccia, Yunho riagganciò il telefono e poi andando in cucina aprì il frigo tirandone fuori una lattina di Sprite. Apertola cominciò a bere senza fermarsi, trattenendo il respiro fino all'ultimo.
    "Maledizione!! Se perdo il posto è colpa tua, ti avevo detto di non uscire! Avevo chiuso anche la porta. ma no, tu hai dovuto saltar fuori dalla finestra! Venireda me e comportarti come un'idiota!"
    Uno sfogo che Jaejung non sentì per fortuna, tuttavia yunho non si sentì per nulla solevato dopo quelle parole.
    "Però sono stato anchio uno stupido...se non avessi detto quelle cose tu non saresti...scappato via così...Ahh...alla fine la colpa è mia ovviamente! La tua comparsa nella mia vita mi stà letteralmente stravolgendo!"
    Sbuffando nervoso, Yunho abbassò lo sguardo e dopo alcuni minuti di silenzio proferì poche ma profondamente significative parole, che però Jaejung non potè udire.
    "Tuttavia...devo ringraziarti...Jaejung...cominciavo davvero, ad annoiarmi...senza di te"

    Edited by Misteria - 10/8/2007, 14:56
     
    Top
    .
  13. kaze no uta
     
    .

    User deleted


    kawaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Misty chan è stupendaaa!!! non vedo l'ora di leggere il seguito uuouououououououou sono rientrato in modalita love love 10000 love love per MIsty chan
     
    Top
    .
  14. Misteria
     
    .

    User deleted


    grashiee
     
    Top
    .
  15. winry_chan
     
    .

    User deleted


    ahhhhhhh belliccima misty!!!!!!!!!
    aggiorna presto!!!!!!!!!!! ^O^
     
    Top
    .
17 replies since 20/7/2007, 05:31   802 views
  Share  
.