Dietro di te, dentro me...

III Fan Fiction scritta da Misteria

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  1. Misteria
     
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    I CAPITOLO

    Dicono che l'amore sia come il fuoco, che da dentro comincia ad ardere, come se il nostro stesso corpo fosse la sua legna, divorando lentamente la nostra carne, senza controllo, senza che noi possiamo permetterci di dire ora basta, smettila di farmi soffrire così!
    Basta uno sguardo, una parola e la linea della tua vita si chiude in un cerchio, inizio di una spirale senza fine, capace di portarti alla sopportazione dei tuoi più reconditi dolori, capace di farti perdere la ragione, capace di annebbiare la tua mente, cancellando anche la più piccola ipotesi che quello che provi, sia stato concesso alla persona sbagliata.
    Io ho visto l'inizio di questa spirale, ho visto essermi sottratta la persona a cui tenevo di più, ho visto quegli occhi catturarlo e le sue mani colpirlo, e ho visto spegnersi quella fiamma, che sembrava averlo consumato, lasciandone solo la cenere, granelli neri, fini e leggeri che con il mio solo respiro sarebbero potuti essere cancellati da questa terra che noi pestiamo tutti i giorni.

    * * *

    Seduti su un prato, lo guardo lanciare quella pallina anti-stress, rossa e morbida al tocco, in alto ricadendo poi nel caldo palmo della sua mano, mentre io leggo un libro sul linguaggio dei fiori, custodi di un messaggio che volevo conoscere e dominare, tuttavia il mio sguardo è come catturato da quel costante movimento, che per quanto sia lento e dolce, mi distrae, facendomi perdere il segno di continuo.
    - Non abbiamo proprio nulla di meglio da fare oggi? Hai intenzione di restare lì seduto tutto il giorno a leggere quel libro? -
    - E' un argomento che mi interessa, non scocciare -
    - Cosa avrà mai di così tanto interessante lo sai solo tu! -
    - Dici questo, solo perchè non hai mai provato a leggerlo -
    - Allora dà qua -
    Presomi di mano, osservo quel suo viso, che immerso nella lettura cambia continuamente espressione.
    - Ma parla di fiori e basta -
    - Se avessi letto il titolo prima di strapparmelo di mano, lo avresti capito. Forza ridammelo adesso -
    - Aspetta! Voglio leggere il significato di un fiore... -
    - Sono messi in ordine alfabetico, quale cerchi? -
    - La cosa non deve interessarti...mm vediamo... -
    - Ah è così. In questo caso...il libro posso anche riprendermelo! -
    - Hey aspetta ridammelo! -
    Sfruttando la mia altezza, sollevo in alto il braccio, prendendolo in giro con solo il mio sorriso, mentre lui come un gatto comincia ad agitare le sue braccia sulla mia maglietta nera, strattonandomi, facendomi poi cadere all'indietro sull'erba. Il suo corpo viene così a cadere sul mio, facendomene avvertire tutto il peso, e distratto dalla sua vicinanza, sento la mia presa indebolirsi, permettendogli così di fregarmi quel libro una seconda volta.
    - Preso! -
    - Tsk, hai avuto solo fortuna e lo sai -
    - Sei tu che non sai accettare la sconfitta -
    - Guarda che non era una sfida -
    - Questo lo dici tu, ma non è quello che pensavi -
    - Prima che tu possa capire quello che penso, l'uomo avrà già colonizzato lo spazio -
    - Ah-ah davvero divertente -
    Non proferendo più parola aspetto pazientemente che lui finisca quella sua ricerca tra le pagine, ripensando al caldo contatto tra i nostri corpi e al sussulto provato pochi istanti prima. Per lui è stata semplicemente una caduta, una perdita di equilibrio, per me è stato qualcosa di più, che non posso rivelare ma solo condividere con me stesso in silenzio. Guardo i suoi occhi muoversi tra le righe e penso quanto siano belli, guardo le sue guance e penso a quanto siano morbide, guardo la sua bocca e il desiderio di possederle cresce dentro di me, una sete incontrollabile che non può essere soddisfatta, ne ora ne mai. Amare qualcuno ma in silenzio, amare qualcuno ma solo alle sue spalle, sembra quasi un gioco crudele, è come se il mio sentimento giocasse a nascondino con la sua comprensione, che tuttavia non potrà mai accettare ne capire.
    - Allora? -
    - Trovato! -
    - Finalmente, fammi vedere -
    - No! Non c'è bisogno, ho già fatto -
    - Fà come ti pare -
    Il suo atteggiamente a volte è davvero irritante tuttavia il fatto che sia così difficile, rende la giornata sempre divertente e movimentata, almeno per me.
    - Davvero non ti interessa sapere che fiore cercavo? Non sei curioso? -
    - No. Perchè il tuo piano era proprio questo. Credi che sia così stupido da non accorgermene? -
    - Che barba! Con te non c'è proprio gusto -
    - Se vuoi qualcuno che ti punzecchi per queste stupidaggini, allora trovati una ragazza -
    - Pensi forse che non la stia cercando? -
    - Allora le ragioni per cui non nessuna ti si è ancora filata sono due. O sei frocio o sei talmente brutto che le fai scappare via tutte -
    Dopo qualche istante mi accorgo di aver toccato un tasto che non avrei dovuto mai neanche sfiorare.
    - Questa potevi risparmiartela! -
    Alzandosi offeso, vedo Massimiliano fare per andarsene via, dandomi le spalle si allontana, mentre io resto seduto sul prato, richiamandolo indietro come fosse un cagnolino. I miei tentativi però sono vani e non mi resta che alzarmi e raggiungerlo correndo. Il suo passo veloce si trasforma all'improvviso in una fuga da me, che stringendo il libro nella mia mano, inizio la mia caccia all'uomo. Voltato l'angolo lo seguo, tuttavia ciò che mi si presenta è una scena alquanto strana e divertente allo stesso tempo. Massimiliano è a terra mentre si massaggia la testa, e davanti a lui una ragazza, dai capelli neri e lunghi, sciolti, e mossi dal vento, ricadono sulle sue spalle, anche lei nella sua stessa medesima posizione.
    - Max tutto bene? -
    - Che botta, cazzo! -
    - Hey sei davanti a una ragazza... -
    - Mi ha fatto un male boia! -
    - Come?! Guarda che sei stato tu a venirmi addosso! -
    - Sai? Penso abbia ragione la signorina. Dovresti scusarti -
    - Ma tu, mi dici da che parte stai? -
    - Dalla tua è ovvio. Solo che in questo caso sei tu ad essere in errore e non lei -
    - Bell'amico...davvero -
    - Se per te essere amici vuol dire coprire le stupidaggini che fai, allora sappi che non ci stò...Max -
    - Tzk -
    - Avanti alzati -
    Aiutando la ragazza a rimettersi in piedi, guardo Max lanciandormi uno sguardo furente, che nonostante tutto si scusa con lei, per poi allontanarsi da entrambi.
    - Che caratterino -
    - Non me lo dire, io ci devo convivere tutti i giorni -
    - Mi chiamo Alyssa piacere -
    - Dante -
    - Sembri essere l'esatto opposto di lui, come carattere che come...gusti nel vestire... -
    - Sono un tipo piuttosto dark ecco tutto -
    - Il nero però ti dona -
    - Grazie. Ora devo andare, prima che quello mi combini altri casini -
    - Ci si vede in giro allora -
    - Sì, ciao! -
    Con un sorriso mi saluta, con un delicato movimento del polso mi lascia andare, senza cercare di trattenermi, nonostante nei suoi occhi, si legggesse l'intenzione contraria. Una cotta, un'infatuazione che crescendo diventa amore, un sentimento forte, dolce e amaro allo stesso tempo, una trappola mortale che non lascia scampo. Come un topo mi avvicinò ma lesto mi allontano prima di farla scattare. Le donne sono il gatto e io la loro cena, ma per Max credo di rappresentarne io il predatore, il pericolo dal quale dovrebbe nascondersi, che alle sue spalle resta in agguato.
    - Max! Max! Cavolo, ma dove si è cacciato? -
    Come sospettavo mi arriva di nascosto da dietro, e sferrando un calcio cerca di colpirmi per dispetto, per farmela pagare, però fregarmi non è così facile, infatti di scatto mi volto, frenando il suo poderoso attacco, con la mano.
    - Con me non hai speranze, non l'hai ancora capito? -
    - Dante! Sei uno stupido! -
    - Ma senti, ne dai di fiato a quella bocca -
    - Lasciami andare dannazione! -
    - Come vuoi -
    Spingendo la sua gamba indietro, lo faccio allontanare di qualche passo, per poi mollarlo e vederlo così cadere di nuovo a terra. La sua ostinazione è davvero degna di un moccioso, cocciuto e rompiscatole, a volte mi chiedo se sia davvero uno studente universitario. Frequentiamo insieme il corso di lingue orientali, basandoci sul giapponese, paese che un giorno speriamo di andare a visitare insieme, lui ed io. Un sogno covato per molti anni, a partire dal tempo delle medie, rafforzato dai nostri continui e fantasiosi progetti che durante la lezione ci scambiavamo attraverso piccoli messaggi su foglietti di carta.
    - Oggi non è proprio giornata eh? -
    - Colpa tua! -
    - Mia? Con che coraggio mi accusi? -
    - A volte mi chiedo se tu davvero sia mio amico -
    - Hey vacci piano, se continui a tirare la corda la mia pazienza finirà per spezzarsi. Avanti dammi la mano -
    - Faccio da solo -
    - Cocciuto come un mulo -
    Sorridendo con fare tranquillo, cerco di spingerlo a raffreddarsi, con tutto il nervoso che ha accumolato potrei finire per vederlo esplodere, però farlo ragionare, resta comunque un'impresa quasi titanica. Entrambi abbiamo vent'anni, anche se Massimiliano come carattere ne dimostra davvero sedici.
    - Hey -
    - Che c'è? -
    - Qual'è il fiore che hai cercato? -
    - Perchè t'interessa? -
    - Così. Semplice...curiosità -
    Bastano quelle poche parole per riaccendere il suo sorriso, il fatto di avere un così vasto controllo su di lui, mi fà sentire superiore e potente, a volte anche cattivo, capace di plagiare il suo volere al mio, importante perchè a lui interessa quello che penso, quello che provo, quello che sento. Avere un posto speciale nel cuore di una persona, significa non essere dimenticati, restare vivi all'interno di qualcuno, riporre una parte di noi stessi in quel piccolo spazio, che sia amicia, amore, odio o qualunque altro sentimento, resta sempre parte di noi, di ciò che rappresentiamo per quella persona, a prescindere dal fatto che sia qualcosa di positivo o no. A me basta occupare quel piccolo spazio all'interno del cuore di Massimiliano, che adesso è tutto ciò di cui ho bisogno, consapevole di non poter essere ricambiato, di non potermi mai spingere oltre ai soliti abbracci, ai soliti saluti, senza mai sperare in qualcosa di più, ma semplicemente restare lontano, in silenzio mentre lui, spensierato non si accorge di me o di quello che provo. Chi decide di amare, deve essere consapevole di quanto questa decisione porti non solo gioia ma anche dolore, ferite profonde che nel corso della vita, potrebbero diventare indelebili, ferite che nemmeno le lacrime della disperazione saranno mai in grado di cancellare.
    Massimiliano, mi guarda, con quei suoi occhi azzurri mentre io mi avvicino porgendogli il libro, chiedendogli ancora una volta, di mostrarmi il fiore che tanto aveva cercato.
    - E se provassi ad indovinare? -
    - Considerando l'idea che in quel libro ci sono descritti i significati di oltre trecento fiori...no grazie -
    - Oh andiamo, prendila come...una seconda sfida -
    - Una sfida eh? -
    - Già -
    - No -
    - Ma...Hey aspetta! Dante! -
    Stuzzicarlo è una delle cose che mi riesce meglio, tenerlo sulle spine, farmi desiderare, un comportamento crudele, ma le intenzioni sono nascoste, agisco indisturbato dietro i miei sorrisi, dietro le mie parole, dietro i miei gesti verso di lui. Ogni giornata sembra essergli dedicata, le ore, i minuti, i secondi, non c'è istante in cui non lo guardi, non lo pensi, non lo tocchi. A volte mi chiedo cosa sarebbe successo se non lo avessi mai conosciuto, forse il suo posto lo avrebbe occupato qualcun'altro, tuttavia a me piace pensare che sia stato destino, una convinzione che non potrò mai dare per certa.
    Insieme ci incamminiamo verso il nostro appartamento, poco distante dall'università, tuttavia con questo caldo anche la più piccola distanza diventa insopportabile. La fermata dell'autobus è l'unico riparo dai raggi del sole, anche se una leggera brezza allevia la nostra sofferenza.
    - Che caldo insopportabile! -
    - Già...Almeno a casa abbiamo l'aria condizionata -
    - Tu poi devi star soffrendo in maniera pazzesca! Sei tutto vestito di nero -
    - A me piace vestirmi così lo sai, e sai anche che nessuno può farmi cambiare idea al riguardo -
    - Nemmeno io? -
    - No. Nemmeno tu... -
    Dalle mie labbra quelle ultime parole uscirono come un sospiro soffocato, dentro di me penso l'esatto opposto, però mostrarmi così fragile non è da me, o almeno non è dalla persona che tutti sono abituati a vedere, un ragazzo dai capelli neri e gli occhi castani, con al collo un collarino nero e poi vestito con maglietta nera con sopra un teschio bianco e ai polsi due braccialetti con le borchie, e per finire un paio di Jeans neri con una catena che scende dalla tasca. Un tipo misterioso, bramato ma irraggiungibile, sempre per conto suo, che un giorno incontrò un ragazzino preso di mira da dei bulletti da quattro soldi, che lo salvò riportando sul corpo non pochi lividi e che da allora, decise di essergli amico.
    Molti dicono che possono vivere benissimo da soli, io me lo sono ripetuto ogni giorno, anche se a volte sentivo la mancanza di qualcuno vicino. Tuttora nella mia testa questa convinzione pulsa, parallelamente però continuo a credere che senza Massimiliano non potrebbe essere così.
    - L'autobus o è scomparso o...-
    - Eccolo guarda -
    - Finalmente! -
    Quando il mezzo di trasporto si ferma davanti a noi, sentiamo come un colpo al cuore nel vedere la moltitudine di gente che vi è all'interno. Massimiliano indietreggia ma io lo tiro per la manica, costringendolo a salire, infondo sarebbero state solo sei fermate, avremo potuto resistere. In quel piccolo e stretto spazio che siamo riusciti ad occupare, sentiamo le persone stritolarci, e la puzza dei loro sudori mischiarsi dando origine a un vero e proprio gas tossico. Io cerco di repirare con la bocca e lo stesso Max, tuttavia il caldo comincia letteralmente a bagnarmi il petto e la schiena, così cerco di aprire la finestra, permettendo all'aria di penetrare all'interno e scompigliare i miei capelli.
    - Bella idea Dante -
    - Tutte le mie idee sono geniali -
    - Il solito modesto -
    Le curve fanno scivolare alcune persone che cercano di restare attaccate ai pali di metallo, in effetti quest'autista sembra avere una certa fretta, forse per recuperare sula tabella di marcia, però la cosa mi è del tutto indifferente. L'autobus sosta dinanzi alla fermata che dà sul cimitero, luogo che rispetto per due motivi, uno intelligente l'altro completamente idiota. Nel cimitero vi sono i corpi dei miei genitori, e quindi quando ci passo davanti mi viene spontaneo fare il segno della croce, un gesto che fatto dalla mia persona sembra essere inquietante, e forse una presa in giro, tanto che degli sguardi disgustati piombano su di me, ma io non ci faccio caso e sorrido come per dargli ragione. Max conosce questa mia abitudine ed è l'unico che la vede per quello che è, un saluto ai miei cari, che nonostante non fossero molto apposto con la testa, io continuo ad amare. Il mio secondo motivo di apprezzamento nasce dalla mia passione per l'occulto, che comprende fantasmi, demoni e quelle cose da film horror, però il mio amico questo non lo sà ed è bene che resti un segreto.
    - Ti mancano? -
    - Mi pare ovvio. Comunque gradirei non parlarne. Non in un luogo pubblico -
    - Hai ragione ragione scusami -
    - Nulla... -
    Pensare ai miei genitori mi fà star male, tanto che cerco la maggior parte delle volte di schivare l'argomento, per paura di ricordare un passato morto con loro, un passato che per me è come se non ci fosse mai stato. Guardando fuori dal finestrino, vedo le macchine parcheggiate sfrecciarmi davanti, le persone camminare e sfuggire, e poi i miei occhi ricadono su di lui. Il suo viso sembra incantato, così calmo e sereno che richiamarlo alla realtà sembra quasi un peccato, tuttavia la nostra fermata era arrivata e avremo dovuto farci largo tra la gente, diminuita ma pur sempre troppa per noi. Scossandolo per la spalla, Max si volta e guardandomi mi segue, chiedendo permesso ai vari passeggeri. Riusciti a scendere proseguiamo lungo il marciapiede, voltando poi alla nostra sinistra, in una via costeggiata da alberi e muretti in mattoni arancioni e rossi, alcuni con dei graffiti colorati sopra.
    - Che facciamo una volta arrivati? -
    - Pensavo avessi un piano contro la noia -
    - Perchè devo pensare a tutto io? -
    - Perchè come hai detto tu, le tue idee sono sempre tutte geniali ahahaha -
    - In effetti è così. Tuttavia al momento non me ne viene in mente neanche una -
    - Accidenti... -
    - Rilassati, escogiterò qualcosa -
    - Lo spero, l'idea di restarmene chiuso in casa senza fare nulla...mi uccide -
    - Avanti muoviamoci -
    - Sì... -
    Senza di me, mi chiedo come il povero Max potrebbe sopravvivere, il fatto che sia così attaccato a me è come una moneta a due facce. Da un lato la cosa mi rende felice, perchè significa che farà sempre affidamento a me, però questo significa anche che non imparerà mai a cavarsela da solo, infondo io non sò se potrò essere sempre presente, potrebbe benissimo capitarmi una sfiga mostruosa e morire anche domani, tutto è possibile ma Max sembra non averlo mai minimamente pensato.
    Finche avrò fiato in corpo resterò con lui, quando sarà triste io ci sarò, quando sarà felice potrà condividere quel sentimento con me, ogni suo pensiero confidatomi resterà segreto e la nostra amicizia sarà come legata da un sigillo invisibile che io non permetterò mai a nessuno di spezzare.
    Egoista lo grido in silenzio, anche se la possibilità che si innamori di una ragazza è sempre dietro l'angolo...
     
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  2. winry_chan
     
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    wow interessante :o: mi piacee!! uh uh max e dante
    sii!|! aggiorna presto sono curiosa di sapere cosa succederà!^O^ baci bacii!
     
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  3. Misteria
     
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    shi questa storia l'ho scritta ascoltando Helena dei My chemical Romance
     
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  4. kaze no uta
     
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    bellissima Misty...spero che la fine sia lieta gia ho pianto per la tua prima fan fiction che pensavo di allagare casa ehehe.
     
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3 replies since 10/8/2007, 22:37   599 views
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